sabato 13 luglio 2019

Islanda Westfjords

13 luglio
E' notte, ancora un'ora di volo e saremo a Keflavik. Navighiamo verso l'alba del nord, mentre la luna e giove sono rimasti nella notte. Sotto di noi il mare è ricoperto da una meringa di nuvole azzurre. Abbiamo da poco sorvolato la Scozia, la 'mia' isola, è ancora lontana, ma già sento la sua presenza. Seduta composta non ci so stare, le gambe si ribellano. Ora locale 00.40, a casa sono le 2.40. Ultima notte da signori in una camera con due letti ad una piazza e mezza. Mi godo il mio lettone in lungo e in largo!

14 luglio
Ritiriamo l'auto (link): una scintillante Subaru Forester bianca e facciamo provviste al supermercato. Lasciata Reykjavik, che è trafficata poco più di Boarezzo, restiamo soli sulla N1. Mi faccio cedere il volante del fuoristrada: Ale si abbiocca e mi godo il silenzio zigzagando tra i fiordi occidentali. Il cielo è bigio. Per ravvivare la giornata scaliamo il cratere Gràbròk.
Facciamo una nuotata sotto alla pioggia in vasca termale (Grettislaug Reykhólum) e ci fermiamo in fattoria per una merenda genuina. Lo spettacolo della giornata però arriva sul finire lungo la costa della penisola nei pressi di Vattarnes: sua maestà l'aquila coda bianca riposa su un isolotto davanti ai nostri occhi. Non ho mai visto un rapace di tali dimensioni, rimango esterefatta, l'immagine del post parla da sé.
In Islanda non si va certo per il buon cibo, mi accontento di una zuppa arancione all' Hótel Flókalundur e poi ci sistemiamo in auto per la notte.

15 luglio
Sulla penisola che termina con le scogliere di Latrabjarg non si è mai soli. I padroni di casa sono gli uccelli; noi, oggi, siamo loro ospiti. La pettegola dà l'annuncio del nostro arrivo, la beccaccia di mare sorvola in osservazione e la sterna si fionda minacciosa sulle nostre teste. Tra i più piccolini la ballerina mena la coda, mentre qualche passeriforme saltella qua e là e il piviere dorato ci tiene d'occhio.
Nelle acque, ochette di varie specie nuotano seguite dalla prole, i gabbiani cantano, ma la vera star delle scogliere è la pulcinella di mare che in questa occasione si dimostra poco timida, in compagnia dell'alca torda posa non solo per il teleobiettivo di Ale, ma anche per il mio cellulare.
Attendendo che Ale concluda la caccia fotografica, mi perdo via tra muschi e licheni.
Cammino a testa bassa, immaginandomi piccola, piccola. Il mio viaggio nel micromondo della vegetazione artica inizia dal dolmen della Signora Natura: un insieme di tre pietre alto quindici centimetri costruito dal mare e regalato alla terra. La Signora abita qui, la sua dimora ha vista sul fiordo e il cortile in polvere di conchiglia. Nel prato di velluto, nascono stelline blu e piccole rose. Natura è un'illustre artista, dipinge le pietre con i sui colori più sgargianti. Riconosco forme d'amore tra le pennellate e ammiro compiaciuta questo mondo in miniatura.

16 luglio
Monti rocciosi a balze, spruzzati di verde, che si immergono in acque cristalline: questi sono i Westfjords islandesi. Nel silenzio della natura, distinguo cinguettii, belati lontani e lo strisciare del vento. Non resistiamo all'invito di una pozza fumante a Vesturbyggð: la temperatura fuori è 12°, dentro 40°. L'acqua calda avvolge, la veduta sul fiordo riempie. Galleggio. Serpeggiamo lungo lo sterrato, costeggiando il fiordo. Tra i massi appuntiti, che emergono dallo specchio d'acqua, si distingue nettamente la figura tondeggiante di una foca solitaria.
250 chilometri di terra e verde conducono alla meta di oggi. La cascata Dynjandi scivola giù sulle balze di terra, compiendo un salto di 100 metri e mette in scena uno spettacolo che ricopre 60 metri. Respiro gli spruzzi.

17 luglio
L'aspetto aspro dell'Islanda, quello che più mi affascina, è l'attività geotermica. La pista di oggi attraversa un campo lavico datato vicino a Syðri Rauðamelur. Lo sterrato è appoggiato su formazioni ormai ricoperte da cuscini di muschio sbiadito. Guglie, cupole, caverne e grotte danno vita a un paesaggio tolkieniano. Vicino ai crateri di sfogo la lava è ricoperta da detriti neri e rossi. Sbarco su questo territorio surreale. La breccia, croccante e leggera, è formata da silice e altri materiali espansi che sembrano schiuma solidificata.
Passeggio tranquilla su marte, un po' meno tranquilla nei dintorni di pozze rosse di fango ribollente, dove il terreno è tanto caldo da scaldare le scarpe e le solfatare alitano fumi caldi e puzzolenti da togliere il respiro.

18 luglio
L'entroterra islandese è popolato da vulcani, ghiacciai e da vento gelido che, nelle zone più esposte, oggi, soffia a più di 43 km/h. La pista F208 per Landmannalaugar (link), accessibile solo ai 4x4, attraversa terra nera e fiumi di acqua torbida.
L'ambiente è ostico anche ai nostri amici uccellini, tutto è immobile tranne la polvere. Lo spettacolo del Landmannalaugar sta nel colore e nella forma dei suoi monti nudi. Cammino per circa 3 ore in un dipinto.
C'è il nero dei blocchi di ossidiana e della lava, il grigio della sabbia, il rosso, l'ocra e il marrone della terra, il giallo dello zolfo che fa capolino tra i fumi delle solfatare, l'argento dei licheni, il verde acceso dei muschi, il rosa dei cuscinetti di silene acaulis, il blu dell'acqua e del cielo e il bianco della neve. In cima ad uno dei coni di sabbia ocra, stordita dal vento, con un salto di 350 metri sulla valle mi sento una formichina.

19 luglio
Nel pomeriggio siamo a Jökulsárlón, una laguna glaciale dove pezzi di ghiaccio che si staccano dall'imponente ghiacciaio si tuffano nell'acqua. Il fiume poi li trasporta; alcuni si sciolgono nell'acqua, alcuni sulla spiaggia nera.
Osservando le forme del ghiaccio mi viene in mente questa storia: il mio nome è Ís, ghiaccio in islandese. Sono una gocciolina d'acqua nata dall'irruente Geysir. Per non evaporare son diventata ghiaccio. L'acqua mi è rimasta amica e con lei mi sciolgo in parte assumendo varie forme. Sono drago, poi balena, orso e poi sirena e, quando compare il sole divento cuore e brillo come diamante.

20 luglio
Ultima notte di vagabondaggio. Quasi 2500 km in auto, camminate e tante fotografie, che magari non riguarderò, ma che mi hanno aiutato a studiare, inquadrare e fissare il paesaggio nella memoria. Momenti di scrittura, approfondendo sensazioni ed emozioni, alcuni condivisi, altri no. Momenti di silenzio e di solitudine. Tanti passi, tante cose viste, tanti pensieri, sorrisi, ma anche pianti, altrimenti non sarei io. Io non lo so se questo sia il modo migliore per fare una vacanza: probabilmente no. Ci si stanca, si sta scomodi e si mangia quello che capita, ma si respira libertà e questo per me vale più di un cinque stelle. In Islanda si direbbe che non ci sia nulla: solo sabbia, sassi, acqua, ghiaccio e qualche animaletto, ma io, proprio qui, in questa semplicità, mi ritrovo.
Concludo con una frase di George Byron che, ogni volta, mi commuove.
"C’è una gioia nei boschi inesplorati, c’è un’estasi sulla spiaggia solitaria, c’è vita dove nessuno arriva, vicino al mare profondo, e c’è musica nel suo boato. Io non amo l’uomo di meno, ma la natura di più."

Hotel: 38900 kr = 265 Euro
Noleggio Auto: 1130 Euro
Volo: 990 Euro
Campeggi: 3000, 3500, 3400, 3000 = 90 Euro
Cibo: 4020, 2615, 900, 5330, 3268, 3790, 8030, 1300, 13878  =  312 Euro
Gasolio: 33455 = 250 Euro

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