venerdì 22 aprile 2011

L'incontaminata Val d'Orcia

22 aprile
"La Val d'Orcia è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e creare un’immagine esteticamente gradevole. Il paesaggio della Val d'Orcia è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese, fiorita durante il Rinascimento. Le immagini della Val d'Orcia ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento ed hanno profondamente influenzato il modo di pensare il paesaggio negli anni futuri."Questo il testo ufficiale dell'Unesco che ha iscritto la Val d'Orcia nel patrimonio mondiale dell'umanità. Dopo la nostra breve ma intensa visita a questi luoghi, non possiamo che condividere pienamente questo pensiero.
Il nostro salto nel medioevo incomincia con una sosta a Monteriggioni (link), un borgo fortificato del XIII secolo.
Dai piedi del colle che l'ha visto sorgere, il castello si presenta con la sua imponente cinta muraria e con le sue quattordici torri. Monteriggioni, è stato per secoli simbolo di inespugnabilità, tanto che è proprio lui il motivo rappresentato sulla la corona che cinge la testa all’effige dell’Italia. Al contrario di quanto sarebbe potuto accadere mille anni fa, oggi le porte del forte sono aperte allo straniero, così oltrepassando porta San Giovanni ci troviamo nel centro del tranquillo paesello. Passeggiamo lungo piazza Roma, facciamo una visita alla pieve di S. Maria Assunta e curiosiamo tra gli antichi edifici.
Sarebbe stato un vero peccato fare un viaggio in terre senesi e perdersi Siena. Dedichiamo qualche ora ad una visita superficiale della città. Puntiamo dritti a piazza del Campo. La sua caratteristica forma a conchiglia fa di questa piazza un autentico anfiteatro, impreziosito da eccezionali opere d'arte: i palazzi che lo circondano. Dedichiamo un po' di tempo ad osservare le sculture della stupenda Fonte Gaia e i piccioni che vi si abbeverano. Un altro monumento di Siena che non vogliamo perderci è il Duomo di Santa Maria Assunta, una delle più significative chiese in stile Romanico-Gotico italiano.

Il Duomo di Santa Maria Assunta
Si potrebbe trascorrere un'intera giornata ad osservare i mille particolari che caratterizzano la facciata, ma il pancino brontola: acquistiamo due super-panini con porchetta e pecorino in una salumeria "acchiappaturisti" e ce li pappiamo seduti sui mattoncini rossi di Piazza del Campo proprio di fronte alla maestosa Torre del Mangia.
Riprendendo la via per la Val d'Orcia l'insegna che definisce Buonconvento (link) uno de "I Borghi più belli d'Italia" ci fa ancora una volta accostare.

Le mura esterne di Buonconvento
Il borgo è un vero gioiellino, ben curato e per l'occasione pasquale è animato da una fiera-mercato di antiquariato. La visita è stata veloce perchè si tratta di pochi edifici ma ne è valsa veramente la pena.
A Pienza (link) pare che il tempo si sia fermato. Papa Pio II nel 1400 ha fatto del suo paese natale una splendida cittadina rinascimentale e tutto pare rimasto proprio come allora. La piccola piazza Pio II costituisce il centro dell'abitato e intorno ad essa sono disposti i principali monumenti della città: il Duomo, il Palazzo Piccolomini, il Palazzo Borgia e il Palazzo dei Priori. Oltre all'arte a Pienza ci sono anche il formaggio e il vino. Passeggiando lungo la via principale s'incappa in molte golose vetrine. Ci lasciamo tentare ed acquistiamo una forma di pecorino e qualche bottiglia di Rosso di Montepulciano. Passando per via del Bacio ci ritroviamo sulla passeggiata panoramica; accompagnati dalla magnifica veduta sulla valle facciamo ritorno al parcheggio.
Giungiamo per l'ora di cena nel grazioso molino adattato ad appartamento ospiti della Tenuta Fanetti - S. Agnese di Montepulciano. Accomodiamo i nostri bagagli ed usciamo per qualche provvista. Ne approfittiamo per quattro passi nel centro di Montepulciano.

23 aprile
L'appartamento è molto accogliente. Abbiamo riposato divinamente e siamo pronti per affrontare una giornata intensa.
Siamo diretti ai Bagni San Filippo, ma lungo la strada che corre tra verdi coltivazioni e rossi papaveri veniamo colpiti da Monticchiello. Una sosta breve ma piacevole tra le viuzze ancora deserte (sono appena le 9 del mattino) di questo piccolo borgo. Al banco di un mercatino pasquale ancora in allestimento acquistiamo la tradizionale torta umbra. La conosciamo bene: un panettone salato a base di pecorino e spezie; accompagnata da un'ottima fetta di pecorino sarà il nosto pasto.
Lasciamo l'auto all'imbocco del sentiero che porta al "Fosso Bianco" di Bagni San Filippo (link). Non crediamo ai nostri occhi quando ci troviamo di fronte a quella che chiamano "la Balena Bianca": una concrezione calcarea che appare come una cascata solidificata. Attraversiamo il torrente e, immergiamo i piedi nelle calde acque turchesi.

La Balena Bianca

Attorno alle 11 il Fosso Bianco è diventato un po' troppo affollato; decidiamo di lasciare le terme per raggiungere Radicofani.
La caratteristica torre che sbuca dai pini vigila sull'intera valle; nel saliscendi delle colline vellutate non la perdiamo d'occhio, nemmeno quando la nostra attenzione viene distratta da un radioso capriolo che attraversa la strada e leggerissimo, sulla cresta delle crete, raggiunge la sua meta.
Il borgo di Radicofani è piccolo, ma ben tenuto. L'attrazione principale è senza dubbio la torre, ma rinunciamo alla sua visita. Passeggiamo lungo i vicoli del centro e ci gustiamo il nostro pranzo all'ombra di un leccio.
Montalcino (link) è la nostra prossima tappa.
Lasciamo l'auto nel parcheggio ai piedi del borgo e ci incamminiamo lungo la via più ripida che incontriamo. In un batter d'occhio, con la lingua a penzolini, ci troviamo nella parta alta della città. Proseguiamo verso la Rocca e riscendiamo fino alla torre del Palazzo Comunale. Il Brunello è la star del luogo: manca poco che lo vendano anche in farmacia... Non possiamo evitare di portarne a casa una bottiglia, ma il nostro palato dedica anche particolare riguardo al Moscadello, forse meno famoso, ma a nostro gusto più goloso!
Si è fatto tardi, incominciamo a pensare di ritornare all'appartamentino. Lungo la strada prendiamo la scusa dell'acquisto di un po' di olio per intrufolarci nella tenuta del Palazzo Massaini. Sostiamo nel cortile e ci addentriamo nella loggia. Un gran bel posto: ma l'idea di acquistare una bottiglietta d'olio in un così regale podere ci imbarazza... sgattaioliamo nella nostra macchinina e lasciamo perdere.
L'idea dell'olio però è diventata un po' una fissa: ci riproviamo infilandoci nella prima strada bianca che troviamo.

Basta infilarsi in una qualsiasi strada per scoprire posti meravigliosi
Attraversiamo tenute idilliache, coltivazioni, vigneti, uliveti ed incontriamo pure una coppia di variopinti fagiani. Lungo la strada l'azienda biologica "Il Casale" soddisfa la nostra ricerca. Il proprietario ci accompagna nella visita dell'agriturismo. Visitiamo il caseificio e le stalle e finalmente acquistiamo la nostra bottiglietta di olio.
Cena a base di pane e olio (ovviamente). Un po' di tv e nanna.

24 aprile
Sveglia presto e partenza per Bagno Vignoni. Il piccolo borgo è un autentico gioliellino se visitato prima dell'arrivo dell'orda di turisti. Il fulcro di interesse è la sua vasca termale: un'insolita piazza colma di acqua calda.

La vasca termale di Bagno Vignoni
Sulla "piscina" si affacciano caratteristiche case in pietra chiara, una chiesetta e, in un angolo, un incantevole giardino segreto ricco di fiori e piante officinali. Sul cancello c'è un'insegna: "Il giardino di Gabrielle"; apprendo da un blog la triste storia del giardino e ne apprezzo ancor di più il suo spirito! Ci bagniamo le mani nelle tiepide acque che scorrono nei canaletti scavati nella pietra là dove ci doveva essere l'antico stabilimento termale, osserviamo l'ingegnoso sistema delle docce e scendiamo per visitare ciò che rimane dei vecchi mulini. Davide fa amicizia con qualche girino abitante delle turchesi pozze d'acqua...
Dai mulini l'occhio viene inevitabilmente attratto dalla caratteristica Rocca di Tentennano: decidiamo che vale la prossima sosta.
Rocca d'Orcia (link) è un armonioso insieme di poche case ben tenute. La piazza della Cisterna con l'antico pozzo, il tiglio e il prato verde tra il selciato danno un senso di altri tempi. Ad accoglierci un illustre ed elegante ottantasettenne, ex sindaco del borgo, che ci racconta qualche curiosità sul suo paese. Saliamo alla rocca che ha ospitato Santa Caterina, da lì godiamo della stupenda vista sulla valle.
Proseguendo per la strada del ritorno facciamo visita a Castiglion d'Orcia, più grande e famoso di Rocca, ma a nostro giudizio meno carino.
La prossima sosta: Abbazia di Sant'Antimo (link). Il tempo, che pur non essendo dei migliori non ci ha ancora bagnati, sta decisamente volgendo al bello e ci regala una visione dell'Abbazia nel suo massimo splendore.

L'incontaminata vallata che circonda l'Abbazia di Sant'Antimo
Se ci fosse qualche piantagione di lavanda potremmo pensare di essere all'Abbazia di Sénanque. Nella valle che fa da culla alla chiesa regnano pace e silenzio. Tutto è rimasto intatto: nessuna modernità, soltanto natura e spiritualità.

L'interno semplice ma pregevole dell'Abbazia
Ci siediamo all'ombra di un ulivo e attendiamo nei suoni della natura l'ora della preghiera. Alle 14.45 i frati celebrano la Nona: una delle sette funzioni giornaliere in canto gregoriano. E' la nostra insolita preghiera pasquale.
Riposati e decisamente rilassati riprendiamo la via del ritorno.
Nei pressi di San Quirico d'Orcia c'è una collina che è diventata un po' il simbolo del panorama della zona. La caratterizzano una famigliuola di regali cipressi che si erge sulla cima delle armoniose verdeggianti alture.

Uno dei simboli della Val d'Orcia
Accostiamo per l'ennesima volta la nostra auto e sfidiamo la salita e la leggera brezza fino a raggiungere il cipresseto: rimarrà indubbiamente una delle più belle esperienze della vacanza!
San Quirico d'Orcia non ha nulla da invidiare a Pienza ed ai suoi paesi confinanti. Le antiche mura, le vie del centro, la Collegiata e gli Horti Leonini fanno di questa cittadina una delle più belle della valle. Passeggiamo lungo le mura, attraversiamo la porta e curiosando tra caratteristici vicoli raggiungiamo la Cattedrale. Dopo tanto girare ci riposiamo nella tranquillità degli Horti Leonini: un bellissimo giardino all'italiana. Mentre i nostri occhi sono rapiti dal verde chiaro dell'erba, dallo smeraldo dei geometrici bossi e dal verde intenso dei lecci il nostro naso avverte il profumo di un magnifico glicine compagno fedele, chissà da quanti anni, di una delicata rosa rampicante: un paradiso per i nostri sensi.
Lasciamo San Quirico. Sulla strada del ritorno ci fermiamo ad ammirare la piccola Cappella della Madonna di Vitaleta che dall'alto di una verde collina veglia sulla valle. La giornata si è quasi conclusa, ma non riusciamo ad arrenderci a far ritorno prima del tramonto al nostro molino. Una strada bianca ben messa ci invita ad intrattenerci ancora un po'. Seguiamo le indicazioni per la località Bagnacci e ci troviamo immersi nel verde di spettacolari dolci pendii. Respiriamo a pieni polmoni la leggera e fresca brezza del tramonto e lasciamo correre il nostro sguardo in questo ampio spazio verde. Riprendiamo la strada bianca, attraversiamo un'azienda agricola custodita da 6 pastori maremmani che a dire il vero ci spaventano un po' con il loro attacco... (per fortuna siamo in auto!) Non abbiamo alcuna meta: solo il gusto di attraversare queste magnifiche colline. Si è fatto tardi, cambiamo direzione e ritorniamo nella cività.
Cena nel nostro bilocale e nanna. Putroppo la vacanza è finita, domani si torna nella frenesia del Nord Italia...

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