sabato 1 marzo 2008

La festa dei limoni di Mentone

Sabato 1 marzo
Quest'anno siamo riusciti a non farci sfuggire per un pelo quest'appuntamento che ci incuriosiva da tempo: La Festa dei limoni (link) a Mentone. Una sorta di carnevale con tanto di carri fatti da agrumi.
Partiamo nel mezzo della mattinata. L'Alessandria Genova è sgombra, i problemi incominciano da Varazze, dove il traffico, le curve e le gallerie ci rallentano notevolmente. Sosta per il pranzo in un'area dell'autostrada ed arrivo a Mentone (link) nel primo pomeriggio.
Il paese è carino, lo spazio è poco come in Liguria: fatichiamo a trovare un parcheggio nel centro storico, scendiamo quindi verso il lungomare.

Il centro storico di Mentone
 Dopo una breve sosta sulla spiaggia (peccato che il cielo sia nuvoloso), ci incamminiamo verso il centro. Risaliamo la scalinata che porta alla basilica di Saint-Michel e ci addentriamo in qualche carruggio.
L'intonaco color pastello dei palazzi è rovinato dalla salsedine, ma la pulizia dei vicoli, le numerose piante e l'ordine fanno del paese un vero gioiellino.
Affrontiamo la via principale ricca di locali e negozietti. Si respira aria di Provenza: nei sacchetti di lavanda, nelle saponette ai mille profumi, nelle boulangerie e nei negozietti che vendono frutta e verdura. Compriamo qualche limone ed un lecca-lecca per Davide.
Dopo aver percorso tutto il corso principale giungiamo ai Giardini Bioves. Il costo del biglietto è un po' caro: 9 Euro a testa, ma la pazienza e il tempo dedicato alla costruzione di queste maestose "sculture" di arance e limoni valgono la spesa.

Le sculture nei Giardini Bioves
Il giardino consiste in un lungo viale allestito con 12 imponenti costruzioni in ferro ricoperte di agrumi. Peccato che, essendo esposti da tre settimane, arance e limoni abbiano colori un po' spenti. Abbiamo il sentore che per la sfilata di domani ci sarà un gran casino. Ne sono prova i numerosi parcheggi riservati ai bus e le tribune piazzate lungo la Promenade du Soleil. Ci chiediamo se valga la pena affrontare la ressa e pagare il biglietto per una sfilata di carri, che seppure particolare è comunque una 'carnevalata'. Decidiamo di cambiare aria.
Ritorniamo alla spiaggia. Davide gioca con le onde, io raccolgo qualche sassolino. Si è fatto già abbastanza tardi. Saliamo in camper e cerchiamo un posto (non facile) dove passare la notte. Ci dirigiamo verso Roquebrune Cap-Martin. La zona è molto bella. Ci sono villette ovunque, ma il divieto ai camper impera in ogni luogo... Potremmo spacciarci per un'auto, se non fosse per il tetto apribile, ma preferiamo non fare figuracce. Risaliamo la costa in direzione Italia e troviamo un'ammucchiata di camper nella ex dogana. Ci sistemiamo anche noi... Cena, passeggiata lungo la scogliera, dove il mare burrascoso ci regala un'affascinante spettacolo di spruzzi. Ci prepariamo per la notte. Il caos è insopportabile: siamo proprio sullo stradone: tra il mare e tra il traffico non riusciamo nemmeno a prendere sonno!
In pigiama facciamo i bagagli, chiudiamo il tetto che avevamo dimenticato aperto per qualche metro (ops!), e partiamo alla ricerca di un posticino più tranquillo. Abbiamo avuto una nuova conferma che la Liguria non è il massimo come ospitalità per i camperisti. Viaggiamo fino a Ventimiglia prima di trovare un parcheggio tranquillo, inaccessibile ai mezzi più larghi di 2,20 e più alti di 2,40 per via di un basso e stretto sottopasso ferroviario. Il colmo è che subito dopo il sottopasso qualche 'genio' ha messo un bellissimo divieto ai camper... come se fossero tanti quelli che riescono a superare la galleria :-). Ce ne freghiamo e passiamo una notte tranquilla e neanche troppo fredda.

Domenica 2 marzo
La spiaggia di fronte al parcheggio è pietosa e sporca (sarà per via della bassa stagione?). Ci incamminiamo verso Sanremo, che pur non offrendo un granchè è ben conosciuto per via del Festival che, per fortuna, è finito ieri. Visita alla particolare chiesa russa, passeggiatina lungo la via principale congestionata dal traffico e via alla ricerca di qualcosa di più caratteristico. Dall'autostrada ammiriamo la bellezza di Imperia e decidiamo di fare una piccola sosta. Ci dirigiamo verso la parte alta della città, il Parrasio. Facciamo un giretto nel cuore della città vecchia ed ammiriamo la suggestiva vista sulla baia sottostante.
Si avvicina l'ora di pranzo, ma in questa stagione i locali della zona sono chiusi. Riprendiamo il nostro mezzo per avvicinarci ad Alassio, dove, tempo fa, abbiamo scoperto una mitica focacceria.
Lungo la strada le indicazioni di Cervo (uno dei più bei borghi d'Italia) (link) ci fanno dimenticare la focaccia e così sostiamo ai piedi del borgo arroccato sulla collina.
Incominciamo la salita su, su, verso la chiesa barocca di San Giovanni Battista ed il castello.

La chiesa barocca di San Giovanni Battista
Cerchiamo un localino per un tipico pranzetto e ci infiliamo giù per una scaletta che ci porta "da Serafino", un ristorante, anche un po' troppo di lusso per i nostri gusti. Veniamo ospitati nella terrazza con stupenda vista mare ad assaggiare dell'ottimo salmone marinato al pepe rosa e un abbondante piatto di trofie al pesto.
Con la 'panza' fin troppo piena ricominciamo a curiosare attraverso i numerosi carrugi di Cervo. Le ripide salite ci aiutano nella digestione!
Pomeriggio inoltrato: il cielo si rannuvola ed è ora di incamminarci verso casa. Entriamo in autostrada e troviamo subito una bellissima coda. Usciamo a Pietra Ligure e nell'incrociare la lunghissima coda per l'ingresso in autostrada ci sorge un dubbio: che sia chiusa l'Aurelia?
Esatto! Frana nei dintorni di Capo Noli e Aurelia chiusa a traffico! Ci rifiutiamo di fare la coda e grazie al Tom Tom ed alle mitiche misure del nostro camper troviamo una stradina alternativa che attraversa i colli e ci porta a prendere l'autostrada un po' più avanti, evitando, in parte, la coda. Il traffico è comunque intenso e restiamo nel macello fino ad Ovada. Oltre gli Appennini lasciamo il traffico e, perfino le nuvole. E' ritornato il sereno! Per l'ora di cena siamo a casa.

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