sabato 18 gennaio 2020

Andalusia

18 gennaio
Oggi si vola. A Granada troviamo nuvole e freddo. Lasciamo l’auto in un parcheggio gratuito abbastanza vicino al quartiere arabo dell'Albayzín e lasciamo gli zaini nell'accogliente camera de "La luna en el alba" (link).
Fatico a comprendere se lo stile povero del quartiere mi piace o meno, il cielo bigio non impreziosisce il paesaggio. Si fa buio, l'Alhambra si accende e attrae lo sguardo.
Per la cena ci hanno consigliato Los Manueles. Primo incontro con la cucina spagnola: migas, croquetas e jamon iberico. Tra il mio stomaco e le croquetas nasce discordia...

19 gennaio
Sveglia presto per vedere l'alba dal Mirador de San Nicolas, ma il sole non riesce a bucare le nubi. I monti della Sierra Nevada, che si scorgono dietro all'Alhambra, sono ricoperti di neve. Fa decisamente freddo. Scendiamo dal colle e ci tuffiamo nella città. Fuori dalla cattedrale, una gitana mi benedice col rosmarino: spalla destra, spalla sinistra, mi fa stringere il pugno, parla e gesticola "...te ama, lo ami... longa vida", capisco poco, quel poco mi infastidisce molto. La cantilena termina con un "pagare", insiste, "pagare". Sgancio un euro per togliermela di dosso e le rifilo il suo rosmarino e la mia benedizione...
Il Palacio de la Madraza lascia a bocca aperta  per l’elegante mihrab, l’unico spazio conservatosi dell’edificio islamico.
Il primo impatto con lo stile mudéjar mi affascina. Passeggiamo lungo la stretta Calle Elvira. Sembra di essere in Marocco, la via è piena di negozietti coloratissimi.
Pranziamo e ci incamminiamo verso la fortezza rossa (al-Ḥamrā, Alhambra). Varchiamo la porta ed eccoci dentro alla cittadella, oltre al giardino si scorgono le massiccie torri di guardia, dalla parte opposta, il palazzo in stile manieristico italiano, voluto dall'imperatore Carlo V: una pesante struttura con pianta quadrata e cortile interno circolare.
Ci spostiamo all'ingresso principale della cittadella per incontrare la guida che ci accompagna in una visita di 3 ore. Entriamo e usciamo da palazzi, attraversiamo patii e giardini in un susseguirsi di scenari meravigliosi. 
Ogni parete, ogni arco, ogni volta sono splendidamente e riccamente decorati. Ammiriamo gessi, soffitti  in legno e oro, pavimenti in marmo bianco e pareti ricoperte da azulejos colorate, tipiche piastrelle. Restiamo affascinati dallo spettacolare Patio de los leones e dalla sua fontana attorniata da dodici leoni che, novecento anni fa, furono regalati al califfo dal visir ebreo Samuel Ben Nagrela.
La visita termina nei  giardini arabi del Generalife dove i riflessi di luce, i giochi d’acqua, le tante varietà di piante e alberi, e il palazzo sono tutti pezzi che evocano un ambiente celestiale.
Oggi abbiamo percorso quasi 20 chilometri a piedi. Ci fermiamo in camera per un riposino prima di uscire alla ricerca di sapori diversi.

20 gennaio
Oggi, dopo una breve sosta a Priego de Córdoba e un'immersione nel kitsch delle sue chiese barocche, pranziamo in un ristorante tipico a Cordoba. Posso confermare che i piatti tipici andalusi sono troppo elaborati e non mi fanno impazzire. Visitiamo la  mezquita attraversando un mix di culture, religioni e stili architettonici differenti.
Il nostro cammino, che anche oggi non ci risparmia chilometri a piedi, prosegue percorrendo il ponte sul Guadalquivir, attraversando le stradine del quartiere ebraico e si conclude nella spaziosa piazza della Corredera. Salto la cena.

21 gennaio
Siamo a Siviglia. Approfittiamo del sole per visitare subito la fantastica Plaza de España. (link). Il pomeriggio ci porta al fantastico Real Alcázar (link).
Attraverso il patio si accede alle stanze lussuose del Patio de las Doncellas. All'uscita dal palazzo, attraversando il giardino di aranceti, popolato da pavoni e pappagalli, ci immaginiamo sultani che passeggiano nel loro paradiso.
La piazza, in stile neo-moresco, è stata terminata nel 1928 e simboleggia l'abbraccio della Spagna e delle sue antiche colonie. Pranziamo all'Hard Rock Cafe e troviamo una graziosa cameretta dove riposare (link)
Come rinunciare alla salita dei 104 metri della Giralda, la torre campanaria della Cattedrale di Siviglia? La Giralda non ha scale, ma 34 rampe; come muezzin, senza cavallo, saliamo in cima alla torre per farci un'idea della città dall'alto.
L'interno della cattedrale, come le altre visitate in questi paesi, è certamente maestoso, ma non riesce proprio ad affascinarmi.
La giornata si conclude nella "Sacristía de Sevilla" (link) per bocadillo, jamón e tocino del cielo, un dolce simile al crème caramel.

22 gennaio
Il tempo è pessimo. Si corre sulla costa alla ricerca di sole. Tappe veloci a Jerez de la Frontera, dove non troviamo nulla di interessante; a Cadiz, dove mi compro un cestino di fragole transgeniche; alla meravigliosa Playa de Bolonia e a Tarifa dove piove a dirotto. Alloggiamo e ceniamo a Siglo XIX (link).

23 gennaio
Anche oggi il sole non ci sorride. Lasciamo la costa per i paesi bianchi dell'entroterra. Riusciamo a fare soste senza pioggia a Casares, Gaucin e al puffoso Jùzcar, poi arriva il diluvio.
Attraversiamo le terre dei bandolero in mezzo alla nebbia con gli avvoltoi sopra alla testa e ci arrendiamo alla pioggia in una triste cameretta di Ronda. Ci consoliamo con un piattone di prosciutto e formaggio.

24 gennaio
Questa mattina è tornato il bel tempo. Visitiamo Ronda, il suo fantastico ponte romano e la Plaza de toros.

In tarda mattinata proseguiamo il viaggio verso le case nella roccia di Setenil de las Bodegas e il borgo di Olvera. Nel pomeriggio concludiamo l'anello a Granada. Cena e nanna.

25 gennaio
Mattina piovosa. Colazione da Starbucks, tiriamo l'ora dell'imbarco in camera e rientriamo in Italia.

Aereo: 200
Noleggio auto: 84
Parcheggi: Cordoba: 18, Siviglia 18, Granada 22
Benzina: 100
Hotel: Granada 100 + 90, Cordoba 75,60, Alcazar de Eva Maria Siviglia 79, Siglo XIX Tarifa 56, Granada 70
Ingressi: Alhambra 70, Madraza 4, Alcazar Siviglia 23, Cattedrale Siviglia 20, Plaza de Toro 16,
Pasti: Hard Rock 37,40, Gaucin 24,50, Starbucks 11+13,5

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