sabato 27 agosto 2016

Le isole Ebridi

16 agosto
Sono le 18:05 quando l’aereo decolla per Edimburgo. Il volo è tranquillo e alle 19:35, come previsto, mettiamo piede in terra scozzese.
Ritiriamo l’auto - un Renegade rosso fiammante - e ci avventuriamo nel traffico cittadino. Ale se la cava bene con guida e cambio a sinistra, io devo abituarmi a vedermi addosso al marciapiede...
Grazie al navigatore raggiungiamo velocemente l’albergo. Il proprietario del Lyncliff Hotel ci mostra sulla mappa i principali monumenti della città e ci raccomanda di non perderci il panorama da Calton Hill.
Giusto il tempo di depositare i bagagli e siamo in cima alla collina che sovrasta Edimburgo. Da qui si gode di una splendida vista sulle luci cittadine e sul castello che, in occasione del “Fringe” (il festival delle arti), è illuminato da luci multicolore.
Scendiamo una ripida scalinata ed eccoci nel centro. Incrociamo figure di ogni aspetto: dal turista confuso allo svitato ubriaco, dalla ragazzetta stravagante alla signora elegante, dall’artista strampalato allo spettatore inebetito: la città è invasa da ogni genere umano.
Ci guardiamo con spirito autocritico e in questo caos non ci troviamo poi così strani...
La serata trascorre zigzagando tra gli spettacoli di artisti di strada che si tengono lungo il Royal Mile.

17 agosto
Notte tranquilla.
Trascorriamo la mattinata in viaggio verso l’isola di Skye. Il cielo è azzurro intenso, non sembra nemmeno di essere in Scozia. Attraversiamo distese di erica e costeggiamo limpidi laghi per circa cinquecento chilometri. Sostiamo per un pranzetto in un ristorante lungo la strada: per me tapas di verdure, per Ale hamburger e birra; poi riprendiamo il nostro viaggio.
Piccola sosta per una foto di rito al fantastico Eilean Donan castle - che abbiamo già visitato nello scorso viaggio - e via verso il ponte che congiunge Skye alla terra ferma.
Giunti sull’isola il cielo si rannuvola. Improvvisiamo una camminata sul sentiero che porta all’Old Man of Storr - un monolito di 55 metri che sta alle pendici della montagna più alta della penisola (719 mt) - ma il forte vento che ci strattona e ci schiaffeggia rende la ripida salita ancora più faticosa e il cielo, carico di nubi nere, scoraggia il nostro proposito di raggiungere il “Vecchietto di Storr”.
Dall’alto la vista sui due laghi e sull’oceano è fantastica e il brutto tempo non è sufficiente ad impoverire lo scenario.
Dato che inizia pure a piovere decidiamo di proseguire in auto fino a Uig, dove domani prenderemo la nave che ci porterà sull’isola di Harris. A Portree cerchiamo invano di cenare, ma è l’ora di punta ed ogni ristorante è preso d’assalto. Ci accontentiamo di un panino con dell’affettato acquistato alla cooperativa del paese.
Si è fatto tardi e la nostra ipotesi di dormire in auto diventa realtà quando realizziamo che i B&B della zona sono tutti full. Troviamo un parcheggio tranquillo sulla collina che sovrasta il porto e ci sistemiamo per la notte. Con estrema delusione convengo che i sedili del Renegade sono inadatti per sdraiarsi... altro che auto per chi ama l’avventura... non si riuscirebbe nemmeno ad andarci in camporella...

18 agosto
Notte trascorsa a litigare con i sedili.
La nave per Harris salpa alle 9:40, ma appena albeggia non vedo l’ora di uscire dalla macchina. Giusto il tempo per una pipì wild e rientro in auto avvolta da una nuvola di insetti microscopici che pizzicano come zanzare... Ci tocca stare di nuovo in auto...
Al porto c’è poco movimento: un coniglio, quattro uccellini e due turisti addormentati. Sorseggiamo un annacquato capuccino take away e aspettiamo l’ora d’imbarco.
Il cielo è colmo di nubi, il mare è nero e il vento soffia insistentemente. Scruto l’orizzonte in cerca di vita, ma delfini, orche e balene si sono ritirati nella profondità di queste acque gelide.
Attracchiamo nel minuscolo porto di Tarbert. E’ l’ora di pranzo, ma smaniamo dal raggiungere la distesa di sabbia di Luskentyre. Niente cibo nei pressi della spiaggia: ci accontentiamo di una mela acerba e camminiamo lungo l’immensa spiaggia. Le nuvole si diradano e lasciano spazio ad un timido sole che colora l’acqua di turchese. Mi arrampico sulle dune ricoperte di verde; la chiamano “orzo delle sabbie” ed è un’erba pungente intervallata da spighe dorate. In cima alla duna mi imbatto in tane misteriose: una città sotterranea apparentemente disabitata. Venticello fresco, silenzio, acque turchesi e sabbia bianca: che spettacolo!
Non appena cessa il vento fa decisamente caldo e passo dalla giacca a vento alla canotta nel giro di qualche minuto. La fame incomincia a farsi sentire... ritorniamo a Tarbert in cerca di un pub ancora aperto.
Il baretto di Tarbert sforna piatti a tutte le ore. Ci accomodiamo nel giardinetto e gustiamo dell’ottimo salmone affumicato per me e un hamburger per Ale. Sul tavolo abbiamo come soprammobile un gatto scorbutico che soffia a chiunque lo tocchi: ci facciamo in disparte e ci rassegniamo alla sua compagnia.
Non abbiamo voglia di ripetere l’esperienza notturna in Jeep, così ci affidiamo all’ufficio informazioni che prenota per noi due notti sull’isola.
Lasciamo i bagagli all’Hirta House, bellissimo B&B di Scalpay, e ci arrischiamo in auto lungo le strette e contorte vie della penisola. Il paesaggio sarebbe incantevole se non fossi così occupata a tenere d’occhio il ciglio della strada che vedo sempre piu’ vicino.
Un cartello spennellato indica la passeggiata che conduce al faro; parcheggiamo e, decisamente più rilassati, finalmente ci godiamo il fantastico panorama avvolto dalla calda luce del tardo pomeriggio. Il percorso attraversa una vasta e desolata brughiera. Siamo in compagnia giusto di qualche pecora, di qualche cardellino e di un leprotto fifone.

Il sole sta per tramontare e il silenzio si fa sempre più penetrante.
Ritorniamo al B&B e ci intratteniamo con i simpatici animaletti ospiti: un cane Carlino, un gatto Siamese e un gatto British Shorthair.
La finestra della camera ha vista sul fiordo  e il tramonto al quale assistiamo questa sera è unico.

19 agosto
Per colazione ho ordinato del porridge (zuppa d’avena). Ho azzardato e un po’ me ne pento perchè me ne hanno portato un quintale e non so più dove metterlo... Pare che il tempo sia dalla nostra. Troviamo nebbia sulle alture, ma poi, di nuovo, nuvole rade. Lungo la strada avvistiamo due rapaci: ci fermiamo per qualche foto. A caccia dell’aquila di mare ci avventuriamo lungo una strada che attraversa brughiere e laghi, avvistiamo un’altro rapace, ma sembra simile a quelli appena visti e potrebbero essere comuni falchi.
Raggiungiamo Callanish per visitare il famoso monumento megalitico: non ha lo stesso fascino di Stonehenge, ma è misterioso. Pranziamo al baretto del centro con scones e roll ripieni di salsiccia in compagnia di un tordo che fa scorpacciata di succulenti vermetti.
Dopo una breve sosta al Broch di Carloway - una tipica costruzione in sasso datata 100 A.C. - proseguiamo la nostra gita verso le Blackhouse di Geàrrannan.

Il gruppetto di case dal tetto in paglia è carino, ma la visita si risolve in pochi minuti. Ci incamminiamo lungo il sentiero e ne percorriamo un pezzetto. L’erba accuratamente rasata da pecore dal musetto nero, le rocce ricoperte da licheni e i numerosi laghetti ricordano il paesaggio alpino ma, alzando lo sguardo, l’oceano costellato da isolotti ricorda che ci troviamo in Scozia.
Facciamo una breve tappa ai mulini dal tetto in paglia e riprendiamo il nostro viaggio verso il punto più a nord dell’isola: Butt of Lewis. Il cielo si è guastato e le alte e nere scogliere che si immergono nel mare rendono lo scenario abbastanza drammatico.
Nell’avvicinarci al B&B non desistiamo dal fare una sosta alle dune di sabbia: le scaliamo, le discendiamo e scopriamo la magnifica spiaggia che nascondono alle loro pendici. Il sole è ancora alto e corpose nuvole blu lasciano filtrare raggi che illuminano il mare sul cui orizzonte argenteo poggia un’isolotto nero.
Oltre la spiaggia, la collina sabbiosa ricoperta di erba brulica di vita: centinaia di coniglietti selvatici corrono da una tana all’altra impauriti dalla nostra presenza.
Torniamo all’auto: è giunta l’ora di cercare il nostro rifugio notturno.
La proprietaria del B&B The Decca (link) di Lionel è carina e sorridente. Ci offre una tazza di te con due fantastici biscotti. Ordiniamo nella mente le tante belle cose vissute in questa giornata e andiamo a caccia di cibo - cosa che da queste parti non è semplicissima - nel paese più vicino.
Lasagne di verdure per me e petto di pollo ripieno per Ale. Apprezziamo la cena, ma ancora di più la connessione intenet che non abbiamo da giorni. Cogliamo l’occasione per spedire qualche foto a casa.

20 agosto
Notte tranquilla, sveglia chiassosa. Le decine di storni che svolazzano attorno al cottage chiaccherano insistentemente. Più li osservo più li trovo divertenti: stanno lì disposti in fila sul ciglio del tetto, uno arriva, atterra ed esamina cosa fà il vicino, quasi a volerlo scimmiottare, scivola, ricerca l’equilibrio e si tiene saldo, voltandosi verso il vicino fa due versetti, si agita un po’, poi prende il volo, gli altri lo seguono e la storia ricomincia...
Colazione indimenticabile con i biscotti che si sono aggiudicati il mio premio ‘golosità dell’anno’, scones e altrettanto premiata marmellata di fragole fatta in casa.
Oggi il cielo è decisamente limpido. Arriviamo in tarda mattinata a Stornoway, la capitale delle Ebridi esterne. La cittadina, a confronto delle altre, è abbastanza animata... c’è pure il mercato (2 bancarelle). Gironzolo per negozi in caccia di tweed (il tessuto in lana tipico di queste terre).
Dopo aver cacciato il naso in una decina di negozi trovo finalmente quello che cercavo: una vecchia bottega con pezze ammucchiate in ogni angolo. Compro un insieme di ritagli con l’idea di ricavarci, una volta a casa, qualcosa di carino...
Visitiamo i giardini del castello e ritorniamo alla macchina per salire verso la spiaggia bianca di Tolsta. Facciamo una tappa per un pic-nic in un’area con vista su una delle molte spiagge della zona e ci godiamo il sole caldo di questa giornata.
A Tolsta scendiamo fino al parcheggio della spiaggia e passeggiamo sull’estesa spiaggia. Improvviso un’arrampicata sulle dune e rimango ad ammirare la spiaggia e ad ascoltare il vento.
Centinaia di piantine di erica fiorita colorano le rupi di rosa, cardi e fiorellini gialli fanno da cornice e il fiume rosso di acqua ‘ferrosa’ scorre quieto fino a congiungersi al mare blu. Le pecore ci osservano dall’alto.
Abbiamo tempo fino alle 21 prima di prendere la nave per Skye, decidiamo di fare l’intero giro di Sud Harris. Il navigatore affronta il percorso partendo da est: indubbiamente tocchiamo zone fantastiche, ma la strada stretta e contorta a me inquieta parecchio. A volte dopo una cunetta ci troviamo ad allungare il collo per vedere oltre il cofano dove curvi la strada... ed io spesso mi immagino impantanata oltre al ciglio o, peggio, capottata in qualche idilliaca baia.
Apprezzo il paesaggio ed i colori di questo fantastico pomeriggio con un occhio chiuso ed uno aperto. Ale, oltre che della mia tensione, si lamenta di non aver ancora visto le foche... Mi sporgo dal finestrino e scorgo un’isolotto popolato da una colonia di pinnipedi grassottelli. Lasciamo l’auto, ci avviciniamo il più possibile e restiamo in osservazione.

Il nostro viaggio lungo il ‘sentiero carrozzabile’ prosegue per oltre 20 chilometri tra massi tondeggianti, laghetti con ninfee, praticelli paludosi e collinette ricoperte di erica.
Giungiamo alla punta sud di Harris e facciamo una sosta per visitare la tranquilla e solitaria St. Clement’s Church di Rodel. Fortunatamente la strada riacquista un aspetto decente e possiamo aumentare la velocità di corciera. Non desistiamo da un’ultima sosta nei pressi di Scarista per attraversare la sconfinata distesa di sabbia. Camminiamo per una ventina di minuti prima di raggiungere il bagnasciuga. In lontanaza, oltre il blu dell’oceano, la frastagliata costa di Nord Harris disegna un orizzonte del tutto particolare.

Tra spiagge e praterie popolate da pecore e mucche giungiamo di nuovo a Tarbert dove ci infiliamo in un ristorante per la cena: bruschetta formaggiosa arancione per me e hamburger per Ale.
Il tempo vola e presto ci accodiamo per salire sulla nave. Siamo costretti a tenere i finestrini chiusi perchè oggi i punzecchiosi insettini - midges - sono particolarmente numerosi!
La nave salpa alle 21 e il tramonto dai colori fantastici ci accompagna fino a Uig per poi lasciare posto ad una vanitosa luna arancio che si specchia nelle acque del porto.
Sbarchiamo su Skye alle 23 e, come previsto, ci tocca un’altra notte in Renegade. Sostiamo nel parcheggio ormai collaudato e proviamo a riposare...

21 agosto
In teoria siamo svegli dalle 6, in pratica da ieri sera... Oggi il tempo è un disastro. Le nuvole grigie aggiungono una nota di desolazione a questi paesaggi deserti. Percorriamo il periplo della penisola di Trotternish. Avremmo in programma una camminata panoramica sul Quiraing e sulle scogliere basaltiche, ma il tempo non lo consente. Approfittiamo per un pisolino in attesa di miglioramenti, ma la nebbia si fa sempre più fitta; modifichiamo il programma e ci accontentiamo di una ‘punzecchiante’ sosta al parcheggio con vista sulle Kilt Rock (anche oggi i moschini sono insopportabili). Sfrecciamo sotto all’Old Man of Storr, ma il tempo è anche peggio della volta scorsa; rassegnati ci infiliamo in un pub di Portree per una tarda colazione. Te, brownies e una consolatoria Victoria Cake (pan di spagna farcito con 2 strati di crema al burro e marmellata di lamponi).
Ci preoccupiamo di trovare un letto comodo per la notte e ci infiliamo nella prima stradina che indica un B&B. Ad accoglierci troviamo un incontenibile cocker nero che non appena apriamo la portiera salta in macchina e imbratta sedili e pantaloni con le zampette paltose...
I proprietari del B&B non hanno posto, ma si prodigano per contattare il B&B piu’ vicino. Siamo dunque ospiti di uno stupendo cottage con vista lago e oceano abbarbicato su un’anonima collina. Prendiamo accordi per la notte e ci avviamo verso il Dunvegan Castle. Il castello non è granchè, ma la giornata non permette altro. Dopo la visita al castello ci infiliamo nella single road che conduce al faro di Neist Point. Il cielo grigio non rende giustizia a queste magnifiche scogliere.

Giusto il tempo per un panino consumato nel baule dell’auto e per qualche scatto fotografico e facciamo ritorno al B&B.
Doccia, té e pisolino. Un po’ di zapping tra gli unici tre canali televisivi disponibili e nanna profonda.

22 agosto
Il bel tempo pare averci abbandonato definitivamente... Abbiamo in programma una camminata alle Fairy Pools (cascatelle e laghetti da fata), ma servirebbero stivali, impermeabile e ombrello. Abbandoniamo l’idea della permanenza e lasciamo l’isola avvolta dalle nubi. Un raggio di sole riesce a farsi spazio nella nebbia proiettando sulla montagna un insolito arcobaleno. Ennesimo panino con vista sull’Eilean Donan castle e partenza per Edimburgo.
Il tempo migliora e la brughiera si colora di verde dell’erba e di rosa dell’erica. Facciamo visita alla distilleria di Dalwhinnie per un assaggio dell’affumicato whisky Talisker accompagnato da un’ottima, densa, cioccolata amara.
Siamo ad un’ora da Edimburgo e i paesini incominciano ad essere più movimentati. Curiosiamo nei raffinati negozi della House of Bruar e riconosciamo il chiosco dove, anni fa, acquistammo le nostre fedi. Chiediamo qualche indicazione in più sull’origine degli anelli e scopriamo che vengono prodotti proprio sull’isola di Skye da una fabbrica artigianale che si chiama ‘Duncan House’.
Giunti nel vivace centro di Pitlochry, incuriositi dal manifesto che promuove la odierna Highlands Night, decidiamo di cercare un posto per trascorrere la notte. Il B&B per motociclisti non è bello come il cottage di Skye, ma ha tutto quello che serve: un letto, un bagno e un verde giardino affolato di animaletti. Lasciamo i nostri bagagli e torniamo in centro per la cena (3 tipi di salmone affumicato per me e... il solito hamburger per Ale).
La Highlands Night è un evento popolare che si tiene in un vasto prato. Il pubblico può assistere dalla tribuna ricavata con tavole di legno nell’erba o dalla propria auto. Il conduttore è divertente ed intrattiene il pubblico poco numeroso con battute brillanti. Sul palco si alternano la banda di cornamuse del paese, bimbette danzanti in kilt e cantanti datati accompagnati da una fisarmonica. Serata curiosa ma, dopo un po’, noiosa; resistiamo fino al sesto spettacolo poi ci ritiriamo nella nostra cameretta.

23 agosto
Notte tranquilla. La colazione è allietata dalle numerose specie di uccellini che svolazzano di fronte alla vetrata della sala da pranzo (cincie, scriccioli, pettirossi, fringuelli e passeri). Nel giardino sul retro cogliamo in flagrante un leprotto mentre ruba i lamponi.

Ci intratteniamo per un po’ con il simpatico padrone di casa, ma ci tocca muoverci per arrivare in città per l’ora di pranzo.
Consumiamo uno squisito pasto (steak pie e petto di pollo con haggis) nel caratteristico Al Ba-Nach Pub. Ci facciamo spazio nel caos del Royal Mile, assistiamo affascinati alle improvvisazioni musicali di un gruppo neozelandese (link), raggiungiamo il castello e rientriamo in hotel per un riposino. Usciamo nel tardo pomeriggio per seguire un percorso alternativo consigliato dalla guida ma fatichiamo ad interpretare la mappa: impieghiamo un po’ a capire che la via che stiamo cercando è proprio sotto al ponte che stiamo attraversando.
Storditi dal caotico festival, dai souvenir di dubbio gusto, dagli artisti e dai loro spettatori ci rintaniamo in un accogliente pub. Per quanto riguarda la birra c’è solo l’imbarazzo della scelta... la accompagniamo con delle croccanti patatine fritte.
Programmiamo una breve sosta in albergo prima di arrampicarci sulla Calton Hill per ammirare dall’alto lo spettacolo pirotecnico ma... ci abbiocchiamo e i botti li sentiamo appena.
La notte trascorre insonne per via del traffico che scorre sotto alla finestra.

24 agosto
Facciamo una veloce colazione e lasciamo il centro per visitare il Giardino Botanico. In attesa che il parco apra passeggiamo attraverso l’esteso prato del Inverleith Park. Dalla collina, che sta proprio di fronte alla città, si gode di una bella vista delle guglie cittadine e del laghetto popolato da cigni, germani e folaghe.
Il Royal Botanic Garden vanta centinaia di specie di alberi e arbusti. Gironzoliamo per gli angoli curati del parco e facciamo una tappa per una seconda colazione in uno degli accoglienti chioschi.
La mattinata trascorre in mezzo al verde e presto giunge l’ora di recarsi all’aeroporto. Lasciamo l’auto incolume - cosa non scontata data la marcia contraria e le difficili strade percorse - e attendiamo il volo di ritorno.



Costi
Volo 721,40 Euro
Auto 262,04+554,49 Euro
Albergo Edimburgo 177,88 + 177,88 Euro
Nave 98,77 Euro
Cibo, pernottamenti, benzina e varie 700 Euro
Costo totale del viaggio: 2600 Euro circa

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