martedì 13 agosto 2013

Ferragosto al fresco della Normandia

13 agosto
Il nostro camperino questa volta è stato ingaggiato per compiere un lungo viaggio; la destinazione prevista è la Normandia: in fuga dal caldo e dal secco che hanno invaso la nostra regione.
Partenza alle 5.30 da casa e arrivo a Giverny alle 17.30. Ubriachi dai chilometri percorsi ci rilassiamo passeggiando per la via che conduce alla casa-giardino di Claude Monet.
L’aria è fresca ed il venticello ha scoperto il cielo da quel velo di foschia al quale ormai eravano abituati. La fioritura estiva è in pieno splendore e le dalie, gli anemoni giapponesi, la gaura,  il malvone ed altre specie a me sconosciute rendono quella che sarebbe una comune passeggiata uno spettacolo per gli occhi.
Mi sento già rinfrescata!
Notte pacifica nel parcheggio del museo.


14 agosto
Sveglia in tempo per l’apertura della proprietà di Claude Monet (link). Pare di essere in un quadro. Il giardino è una foresta di fiori. Dalie, gladioli, tagete, rose ed una profusione di altri fiori si confondono a creare un carnevale di colori e fragranze.

I coloratissimi giardini della casa di Claude Monet
Poi, attraversato il sottopasso eccoci nell’idilliaco Jardin d’eau. E’ qui l’angolo ritratto nella celebre opera “Nymphéas”. Percorrendo il sentiero che costeggia il laghetto mi immedesimo nell’ometto dalla folta barba bianca. Eccomi avvolta nella tranquillità del giardino a giocare con pennelli, terre ed essenza di trementina... Certo, lui al contrario di me, non aveva la compagnia di quella centinaia di turisti che mi riconducono presto alla realtà.
Lasciamo Giverny per una breve sosta a Les Andelys dove passeggiamo per le viuzze della Petit Andelys e ci godiamo un attimo di tranquillità seduti su una panchina con vista fiume. La guida parla bene di Lyons la Forêt e decidiamo di darle credito. Eccoci qui ad ammirare un caratteristico villaggio dell’Alta Normandia. Le case in mattoncini rossi oppure in legno e muratura ci riportano indietro nel tempo. Ogni angolo è curato e decorato con fiori dall’aspetto sano.

La frescura e la scarsa siccità di questi luoghi sono un toccasana per la vegetazione. Cammin, cammina si fa pomeriggio ed iniziamo a pensare alla prossima tappa. Scegliamo Forges les Eaux. Facciamo un giro per la piazza e restiamo ancora una volta esterefatti ad ammirare le decorazioni floreali del parco e la magnifica architettura del municipio.

Il municipio di Forges les Eaux
Al supermercato facciamo il pieno di formaggi tipici e birra e ci appostiamo nella comoda area camper dove trascorriamo una tranquilla notte.

15 agosto
Oggi vogliamo raggiungere il mare e ci inoltriamo fino al punto più ad est della Normandia: Eu-Le Tréport. Sbirciamo dall’ingresso il maestoso castello di Eu, ma rinunciamo alla visita. Bighelloniamo tra le botteghe del centro che vendono oggettistica in stile franch-country (fantastico, ma ormai un po’ inflazionato) e saccheggiamo una boulagerie. Il nostro bottino è fatto di baguette, croissant e apero-baguette lardon et fromage: una baguette calda abbondantemente farcita di pancetta e formaggio... Assai poco dietetica, ma fantastica!!!
Rinunciamo al pranzo (dopo l’apero-baguette) e raggiungiamo Le Tréport. Sosta nell’area camper e passeggiatona fino al centro, fino alla spiaggia e ritorno attraversando la massa di turisti che si strafogano di frutti di mare ed aragoste spaparanzati ai tavolini dei locali che costeggiano la via principale.

La trafficatissima cittadina di Le Tréport
Siamo un po’ stanchetti... ce ne ritorniamo al camper per una turbo-siesta! Ci siamo infilati nel macello della costa in pieno ferragosto; poco furbi. Non c’è traffico, ma i paeselli sono presi d’assalto. A Varengeville sur Mer pare esserci uno dei più bei giardini della nazione... Non possiamo perdercelo! Eccoci, ammaliati dalle fantastiche case di campagna a passeggiare lungo la via che conduce a Le Parc des Moutiers (link). La residenza, oltre che alla bella villa in stile liberty e agli splendidi spazi verdi ricchi di fiori e piante di varie specie,  comprende un parco di 12 ettari che arriva fino al mare. Magnolie, rododendri, azalee, rose, ortensie e aceri ci fanno ombra sul percorso che dura circa un’ora.

La stupenda dimora dei Montiers
Rinfrescati e completamente rilassati riprendiamo la strada costiera. Raggiungiamo Étretat attorno alle 18... ora di punta e ci è impossibile trovare un posto dove passare la notte. Percorrendo stradine alternative (a causa delle strade chiuse per le trebbiatrici in opera) ci spingiamo fino a Criquetot-l’Esneval dove finalmente troviamo un campeggio. Notte tranquilla.

16 agosto
Sveglia presto per battere l’invasione dei turisti di Étretat! Ci accomodiamo in un comodissimo parcheggio vicino al centro e raggiungiamo la bianca scogliera. La luce del primo sole è ancora calda e i giganti bianchi si illuminano di quei colori che hanno affascinato i pittori di un tempo; anche noi restiamo ad ammirare. Risaliamo la scalinata che conduce alla cima della Falaise d’Aval ed ammiriamo il panorama dall’alto.

La vista dalla Falaise d’Aval
Il paesello è alquanto caratteristico se non fosse per il casinò e per il casermone-albergo che sono stati costruiti proprio sulla costa. L’aria fresca e il canto dei gabbiani danno un senso di libertà; ci godiamo l’orizzonte blu. Scendiamo e risaliamo anche la Falaise d’Amont dalla quale si gode di una fantastica vista sull’elegante arco della Porte d’Aval, paragonato da un famoso scrittore ad un elefante e la similitudine ci azzecca proprio. E’ ora del richiamino croissant... Attraversando le caratteristiche vie del paese infiliamo la soglia di una panetteria e ne usciamo alquanto soddisfatti.
Il cielo si sta rannuvolando e promette poco di buono, lasciamo Étretat per tornare un po’ indietro e visitare il Palais Bénédictine di Fécamp: un capolavoro di architettura gotico flamboyant.

Il palazzo benedettino di Fécamp
All’uscita non possiamo evitare di assaggiare il famoso liquore digestivo il cui sapore pare sia dato dall’insieme di ben 24 erbe e spezie. Buono! Per me assomiglia un po’ all’amaro Montenegro... se non fosse per i suoi 40° che bruciano naso, gola e stomaco ne berrei un po’ di più!
Dopo Fécamp è la volta di Honfleur. L’area camper è abbastanza cara (10 Euro), e non ci interessa fermarci per la notte. Riempiamo lo stomaco e ci dedichiamo alla ricerca di un parcheggio gratuito. Ne troviamo uno dietro alla Lidl: non è molto vicino al centro, ma ormai le nostre gambette vanno da sole.

Vista su Honfleur
Il Vieux Bassin è preso d’assalto dai turisti che si stanno strafogando di leccornie di ogni genere (la guida dice che i pranzi Normanni arrivano fino a 24 portate...) Noi cerchiamo di ricavare qualche angolo senza gente per scattare delle foto e ci spostiamo verso la parte alta della cittadina. Quando c’è da camminare in salita, come per incanto, i due terzi della folla scompaiono e finalmente ci possiamo godere un po’ di tranquillità. Giunti alla periferia ritorniamo ad immergerci nel traffico per riprendere il nostro mezzo.
Lasciamo l’affollata costa alla ricerca di un po’ di tranquillità nella campagna del Pays d’Auge. Pernottiamo in un campeggio di Lisieux. Notte di pioggia.

17 agosto
Lisieux è una cittadona e nemmeno tanto graziosa. Visitiamo la Cattedrale Saint-Pierre ed i variopinti giardini che vi stanno dietro. Attraversiamo il mercato tra i profumi dei polletti grigliati e dei formaggi, e tra le ricche bancarelle dei contadini che vendono zucchine, melanzane, rapanelli, carote e quant’altro. Tutto pare avere l’aspetto genuino e fresco. Si vendono anche oche, anatre, coniglietti, galline e quaglie. Pare un mercato d’altri tempi... Cerchiamo la famosa Basilica di Santa Teresa, ma ci spiegano che è abbastanza distante dal centro così ci andiamo in camper. La Basilica è stata edificata nel ventesimo secolo. Seppur imponente non ha il gusto di quelle del passato. Lo stile ricorda le Sacre Coeur, ma non ha il suo fascino. Notevoli i mosaici al suo interno che trasmettono il messaggio di Santa Teresa.

La particolare basilica di Lisieux

Lasciamo Lisieux per addentrarci nella campagna circostante. Sono rimasta affascinata da una fotografia di Saint-Germain de Livet sulla mia guida e dobbiamo assolutamente visitarlo. La scena non delude le mie aspettative! Questo è il castello dei miei sogni. Non troppo lusso, non troppo colore, nemmeno troppa eleganza, ma vi trovo quell’armonia e raffinatezza di una costruzione in pietra e mattoni.

Lo stupendo castello di Saint-Germain de Livet
Ammiro le torrette ed il mio sguardo si perde nei riflessi del laghetto che lo circonda. Ovviamente i giardinieri hanno messo il loro tocco con delle magnifiche composizioni colorate. Due pavoni ci accompagnano durante la visita, mentre i cigni sfoggiano tutta la loro eleganza nelle acque scure del fossato. C’è un’arietta fresca e la pace ed il silenzio regnano in questa romantica oasi. Visitiamo anche l’interno, ma non ne veniamo altrettanto colpiti. Facciamo un pensierino sulla crêperie adiacente al castello e decidiamo, visto che l’ora lo permette, di fare una pausa pranzo all’ombra di una maestosa robinia con vista sul maniero.

La crêperie adiacente al castello
Ci viene servita un’insolita ma gustosa crêpe con mele e pancetta ed un buon bicchiere di sidro. Il proprietario scopre che siamo italiani e diffonde musiche italiane del primo 900... Preferivo lasciasse Bach, ma apprezzo il gesto!
Ancora una volta mi innamoro di una fotografia sulla guida che ritrae il castello di Boutemont (link). Come perderselo? Siamo pure di passaggio. Così optiamo per una sosta nei dintorni di Ouille-le-Vicomte in quest’altra splendida oasi fiorita. Semplicemente fantastico! La residenza posside quattro torri angolari, una elegante pusterla dell’epoca di Enrico II ed un ponte levatoio.

La pusterla del castello di Boutemont
I giardini e le composizioni floerali sono eleganti e noto un’accurata ricercatezza nei toni rosa pastello delle dalie e dei  geranei che abbinati al verde salvia ed ai toni dorati dei pennisetum creano un effetto davvero incomparabile. Magnifica la vasca d’acqua con le ninfee in fiore. I vasi di brugmansia dalle campanelle vaniglia sfumate all’arancio richiamano i colori tenui dell’intonaco ed incorniciano questa splendida vista sul castello. Oltre al giardino c’è ancora tanto: un parco con alberi secolari, siepi di bosso, una cappella, una serra ed un’orangerie. Non ci sono altri turisti; possiamo gustarci appieno la freschezza e la pace di questo scrigno di verde.
Lasciamo a malincuore la campagna per tornare sulla costa in direzione Colleville-sur-Mer. La sosta questa volta porta tristezza ed incredulità nel passeggiare ai bordi dell’immenso e curatissimo prato disseminato di croci bianche e stelle di David.

Le migliaia di croci a ricordo dei soldati deceduti
La collina dove risiede l’American Military Cemetery  domina Omaha Beach: la spiaggia più tristemente famosa dello sbarco in Normandia del 1944. Non credo ai miei occhi e non riesco nemmeno ad immaginare la crudeltà delle vicende.
Questo tratto della costa è disseminato di cimeli di guerra e stra-affollato di italiani!  Sostiamo in un parcheggio nei pressi della spiaggia e trascorriamo la notte con la chiassosa compagnia di due carovane di italiani con tanto di prole educata male...

18 agosto
La giornata è dedicata alla penisola del Cotentin. Ci spingiamo fino al piccolo porto di Barfleur che ricorda tanto la Cornovaglia. Qui le cozze sono la specialità della casa.

Il porto del piccolo paesello di Barfleur
Piccoli pescherecci vendono il loro pescato sul molo, ma noi amiamo poco i frutti di mare ed ancora una volta scegliamo ‘le boulager’ con le sue brioches ed il pane fragrante! Assaggio per la prima volta una vera brioche, che confondevo con la croissant: ora so che sono due cose ben diverse. Cherbourg è un gran groviglio di strade e semafori. Fortunatamente è domenica mattina e non c’è in giro nessuno... Lasciata la civiltà la strada costiera si spinge fino a nord ovest fino a che il paesaggio si trasforma ancora una volta: sembra di essere in Irlanda. Prati, muretti a secco, mucche bianche e mare blu... Abbiamo già dimenticato Cherbourg e l’inquietante centro di stoccaggio della centrale nucleare Cogema.
Passeggiamo lungo la costa ed il porticciolo di Auderville e riprendiamo la strada costiera che tocca la romantica Baie d’Ecalgrain e la scogliera di Nez de Jobourg.

Il faro di Auderville
Qui il comune offre ai camperisti uno spazio tutto loro in un praticello con vista mare e cielo che oggi, per nostra fortuna, sono blu cobalto. Sonnecchio un po’ accarezzata dalla fresca brezza mentre Ale scarpina sulle scogliere. E’ giunto il momento di lasciare anche questo luogo per avvicinarci a Le Mont Saint Michel. Il nostro camperino macina chilometri e raggiungiamo la nostra meta per l’ora di cena.
Restiamo abbastanza delusi perchè l’area è in fase di ristrutturazione. Il parcheggio è abbastanza caro (20 Euro) ed è a 45 minuti a piedi dal centro. Un bus-navetta frequente porta i turisti - numerosissimi - fino all’abbazia. Per concludere in bruttezza la vecchia strada è in via di smantellamento e parte dell’abbazia è in restauro... Insomma Le Mont Saint Michel al 18 agosto 2013 non è proprio in piena forma!

Lo stato attuale dei lavori...
Sono curiosa di ritornare quando tutto sarà terminato. Sicuramente l’isola beneficierà della nuova sopraelevata e molto probabilmente torneremo a vederla galleggiare nella baia libera da strade di asfalto e dighe di sabbia.
Notte tranquilla nel parcheggio.

19 agosto
Breve sosta nei dintorni della baia per un ultimo saluto a Le Mont Saint Michel che da lontano non sembra per niente martoriato dagli interventi di restauro e partenza per un lungo viaggio che ci avvicinerà un po’ a casa. E’ primo pomeriggio quando siamo scioccati nel vedere la fiumana di gente che percorre il viale di ingresso al castello di Chenonceau (link) siamo nella Loira.

La torre di vedetta del castello
Nonostante lo scetticismo riusciamo a conquistare un biglietto in breve tempo ed eccoci di fronte al più visitato (posso garantirlo) castello della Loira. Sono un po’ delusa. E’ carino, ma preferivo di granlunga quelli visti nei giorni scorsi. La sua storia e i personaggi che lo hanno abitato sono indubbiamente più famosi degli altri, ma a me della loro fama importa ben poco e non riesco ad apprezzare pienamente questo luogo troppo affollato e poco romantico. Anche i giardini mi sembrano poco ricercati anche se indubbiamente vasti e ben curati. All’interno arazzi, mobili e dipinti di pregio migliorano un po’ il mio giudizio, ma le sensazioni provate a Saint-Germain de Livet e Boutemont sono ben lontane...
Il mio maritino risolleva le sorti della giornata con una magnifica serata a sorpresa in una splendida cittadina a me sconosciuta: Amboise. Il campeggio è un’oasi di verde situata su un’isoletta collegata da ponti che sorge nel mezzo della Loira (link). Il borgo, dominato dal suo castello è un armonioso insieme di edifici avorio ed il magnifico tramonto rende il tutto ancora più suggestivo.

Il piccolo borgo si specchia nelle acque della Loira
Ci intratteniamo nel borgo alla ricerca di un ristorante, ma il centro è preso d’assalto e non c’è posto per noi... Potremmo aspettare che se ne liberi uno, ma la spaghettata che ci attende nel verde campeggio è altrettanto allettante e ritorniamo al camper. Dopo cena ci sta un altro giretto in centro per ammirarlo sotto le luci dei prioettori. Il ristoranti ora sono mezzi vuoti, ma ormai sazi, ci accontentiamo di uno scenografico gelato servito a forma di rosa: centro di ciccolato e petali di gelato alla pera. Notte tranquilla.

20 agosto
Altra manciata di chilometeri con tappa castello di Meillant (Saint-Amand-Montrond, Francia centrale). Il castello è notevole anche se poco curato ed i giardini spogli di fioriture. Ne approfittiamo per una pausa pranzo e riprendiamo la via del ritorno per raggiungere, nel tardo pomeriggio, la zona verdeggiante sopra alla cittadina di Clermont-Ferrand. Relax, cena e nanna.

Il castello di Meillant

21 agosto
Sveglia molto presto. Sono le 4.30, ma ormai la vacanza è finita e abbiamo voglia di tornare a casa. Mancano ancora 650 chilometri a casa, ma senza traffico ce la caviamo abbastanza in fretta e dissanguati dalle autostrade francesi e dal traforo del Frejus arriviamo a casa giusto per l’ora di pranzo!

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